Dovrebbe rispondere il c.d. Jobs act al "chi e' di scena" di Marzo del governo nuovo di zecca.
E sarebbe quindi gia' partita la nuova Riforma del Lavoro, le cui norme principali sono state studiate con lo scopo preciso di contrasto alla precedente Riforma Fornero (o "delle lacrime e sangue").
Il primo obiettivo di riforma comporta la messa in prepensionamento dell'AspI, la nuova assicurazione per l'impiego, che, partita dal 2013, verra' sostituita con una foma di sostegno, gia' rribattezzata NASPI, che in caso di perdita del lavoro
1) non andra' oltre i due anni
2) sara' ponderata in base ai conributi versati e
3) allarghera' le possibilita' di accesso rispetto all'attuale ASpI che richiede almeno un anno di contribuzione. Riguardo all'annosa questione dell'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, norma che prevede la c.d. tutela reale del posto di lavoro, la nuova riforma prevedrebbe una sospensione nei primi tre anni di contratto di lavoro, che dovra' comunque essere a tempo indeterminato e con garanzie, per il lavoratore, progressive assicurate dal c.d. nuovo contratto unico.
Si dovrebbe inoltre lavorare alla costruzione della rampa di lancio dello strumento, il contratto di apprendistato, che avrebbe dovuto essere il contratto principe della "Fornero" ma mai decollato, attraverso misure che da un lato diano maggior vigore all'istituto e dall'altro semplifichino l'instaurazione di nuovi rapporti di lavoro.
Campo di azione privilegiato e comunque di indubbio interesse sara' infine rappresentato dalla c.d. flessibilita' in entrata, che si snodera' attraverso la modulazione tra contratto di inserimento e contratto a termine.
Se infatti si prevedesse di limitare il ricorso ad un c.d. contratto di inserimento solo alla prima assunzione o al reinserimento nel lavoro di disoccupati da oltre un anno, si potrebbe sul versante dei contratti a termine aprire ad un'ulteriore semplificazione che consentirebbe ad esempio di ampliare fino ai 36 mesi i casi di suo ricorso senza causale.
La strada, invece, di un contratto di inserimento previsto in ipotesi meno stringenti o quale strumento piu' generalizzato, chiuderebbe la possibilita' di aperture, modifiche e semplificazioni in ambito contratti a termine.
Per la presentazione della riforma non si dovrebbe attendere oltre al 14 Marzo e comunque l'esecutivo e' gia' al lavoro : speriamo che se riforma sara' sia organica e orientata a crescita e chiarezza e non l'ennesimo intervento scombinatutto che nulla crea, soprattutto posti di lavoro, e nulla distrugge, in particolare precariato e disoccupazione.
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