Il Consiglio dei Ministri ha approvato, il 24 gennaio 2014, il decreto legge che definisce il quadro normativo relativo alla procedura di voluntary disclosure, ovvero il rientro dei capitali dall'estero.
Il fine del provvedimento e' far emergere le attivita' finanziarie o patrimoniali costituite o detenute fuori dal territorio dello Stato in violazione degli obblighi dichiarativi a fronte del pagamento delle intere imposte dovute ma con applicazione di sanzioni ridotte. Resta confermata, quindi, anche per questa edizione (le precedenti furono soprannominate "scudi fiscali"), la duplice natura dell'istituto : fare "cassa" con i tributi versati e far rientrare (in alcuni casi anche fisicamente) i capitale altrove detenuti.
I soggetti interessati sono le persone fisiche e i soci di societa' di persone che non hanno dichiarato redditi di capitale percepiti all'estero. Questi potranno, di propria iniziativa, regolarizzare la loro posizione fino al 31.12.2013 presentando un'apposita istanza entro il 30.09.1015.
L'istanza dovra' contenere una documentazione completa relativa a:
1) investimenti e attivita' finanziarie costituite o detenute all'estero, anche indirettamente o tramite interposta persona;
2) modalita' di costituzione;
3) guadagni realizzati sotto forma di interessi, dividendi e plusvalenze degli ultimi 10 anni.
Il versamento dovra' essere effettuato in un'unica soluzione e non e' possibile farlo in forma anonima. Le imposte dovute vanno versate per intero.
In caso di regolarizzazione semplice (senza rientro dei capitali), la sanzione sara' ridotta di un quarto e il contribuente non risultera' perseguibile per omessa o infedele dichiarazione.
Stesse opportunita' vengono date al contribuente in caso di trasferimento di capitali in Italia o in altro Paese dell'UE, ma con una sanzione ridotta addirittura fino alla meta'.
Dal punto di vista delle sanzioni penali, in entrambi i casi e' prevista una riduzione, pari alla meta', per i comportamenti fraudolenti (ad esempio dichiarazioni false).
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